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Terapia delle dipendenze in “poche parole”

Comprendere i meccanismi alla base della dipendenza è necessario per strutturare un trattamento di

psicoterapia per la dipendenza patologica. Una riflessione da parte del professionista sul proprio

ruolo attivo in questi meccanismi è a nostro a viso necessario per rendere il trattamento efficace.

Questo libro è pensato per i colleghi psicoterapeuti e non solo. Chiunque si trova di fronte a

comportamenti di vecchia e nuova dipendenza, oggi sempre più allarmanti, può avere necessità di

una chiave di lettura di ciò che incontra. Cercheremo di fornire una chiave di lettura del fenomeno, di

tipo relazionale e funzionale, rispondendo in modo organico alle domande: Qual è la ragione per cui

si struttura una dipendenza? Come si riconosce una dipendenza patologica? È nocivo dipendere?

A queste domande abbiamo cercato di dare una risposta che rispettasse la complessità del fenomeno e

delle persone che ne sono portatrici. Per questo si sono toccati diversi aspetti della dipendenza, senza

creare una distinzione netta tra addiction e dipendenza relazionale; abbiamo trattato entrambe come

risposte a bisogni e motivazioni, comuni ma comunque unici per ogni individuo.

Questo testo offre da un lato una descrizione allargata del concetto di dipendenza, rintracciando un

file rouge nelle varie forme di dipendenza patologica e spiegandone i meccanismi alla base; dall’altro

vengono tracciate delle linee guida per quei percorsi psicoterapici che si trovano di fronte a questa

tematica, con un’attenzione particolare al tema dell’interdipendenza, necessaria per il

raggiungimento del benessere relazionale.

 

L’approccio ASPIC per la terapia delle dipendenze

L’approccio degli autori è quello pluralistico integrato (ASPIC), che su una base di filosofia

umanistico esistenziale sviluppa un modello che integra diversi approcci, in funzione della singola

persona-paziente.

Il libro in capitoli…

Il libro si suddivide in quattro capitoli, i primi tre trattano maggiormente gli aspetti legati

all’approfondimento del fenomeno in generale e delle sue declinazioni nelle varie forme di addiction

e di personalità, mentre il quarto si dedica più dettagliatamente al percorso psicoterapeutico.

Nello specifico il primo capitolo si divide a sua volta in due parti; nella prima si affronta il tema

centrale dell’attaccamento e le sue correlazioni con la tematica della dipendenza. La seconda parte

invece ripercorre la storia della psicoterapia, con il focus sulla dipendenza o sulla relazione viste dai

vari approcci.

Il secondo capitolo si propone di descrivere il fenomeno dell’addiction, prima analizzando i processi

comuni a tutte le dipendenze patologiche, poi descrivendo una ad una le diverse forme di addiction

oggi studiate.

Nel terzo capitolo ci si focalizza sulla relazione tra l’addiction e la personalità. In primis viene

analizzato un aspetto trasversale quale l’alessitimia, cioè l’incapacità di riconoscere e comunicare il

proprio stato emotivo, e come questa sia strettamente connessa con la dipendenza. Vengono

successivamente analizzati i diversi stili di personalità, con riferimento alle definizioni presenti nel

DSM V, per osservare la correlazione possibile tra stile di personalità ed addiction. Nello specifico ci

si è chiesti quali personalità fossero più inclini ad assumere comportamenti che possono portare ad

una qualche forma di dipendenza patologica e quali fossero più tendenti alla dipendenza in termini

relazionali.

Nel quarto capitolo vengono esaminate, in una prima parte, tematiche legate alla relazione

psicoterapeutica come strumento di “cura” per la dipendenza; sono perciò analizzati i fattori

aspecifici delle varie psicoterapie in relazione all’addiction, con riferimento particolare all’alleanza

terapeutica con pazienti addicted, al controtransfert rispetto ai vissuti di dipendenza e alla personalità

del terapeuta nella terapia delle dipendenze. Uno spazio di approfondimento è stato dato al tema

dell’intersoggettività come oggetto d’indagine e strumento terapeutico, per poi passare all’analisi del

processo psicoterapico per tappe evolutive.

L’assunto di base è che la psicoterapia è prima d tutto un processo relazionale tra due individui che,

come tale, segue uno sviluppo naturale dalla fase di dipendenza a quella di interdipendenza, passando

per la controdipendenza e l’indipendenza. Abbiamo ipotizzato che il ruolo del terapeuta sia quello di

accompagnare il paziente in uno sviluppo sano attraverso queste tappe, medicando le ferite che, a

qualche livello, non hanno permesso un’evoluzione naturale nel paziente dipendente.

Per fare ciò abbiamo osservato parallelamente sia il percorso evolutivo fisiologico di un individuo, in

relazione con le figure di attaccamento, sia l’evoluzione di una coppia di partner.

Uno spazio è stato dedicato alla funzione del piacere nell’ottica di costruire relazioni di dipendenza

sana, di sintonia; il piacere in psicoterapia, quindi, anche attraverso il senso dell’umorismo e della

risata. Non meno importante è lo scontro, il permesso del conflitto e la non disponibilità a tutti i costi

del terapeuta.

Una seconda fase del capitolo prevede la disamina di alcune tecniche utilizzabili nel percorso di cura

per l’addiction, in particolare il Colloquio Motivazionale, più utile nelle fasi di pre-contemplazione e

contemplazione della ruota del cambiamento di Prochaska e DiClemente, e la mindfulness per la

prevenzione delle ricadute, come strumento per fronteggiare i meccanismi presenti in fasi di azione e

mantenimento, quali il craving e la tendenza alla ricaduta.

Un ultimo strumento esaminato, trasversale a più approcci, con una funzione psicoterapica e di

crescita psico-sociale, è infine quello del gruppo, di cui abbiamo descritto un esempio pratico ad

approccio pluralistico integrato.

Questo testo si pone l’obiettivo di offrire una riflessione sulla dipendenza a più livelli. In primis si

parte dal livello intrapsichico, cioè su come la persona vive la dipendenza, sulla funzione che assolve

nella sua vita, il vuoto che colma, il significato che ricopre e i meccanismi cerebrali che la generano.

In parallelo si esamina la dipendenza a livello interpersonale, dove ogni individuo in relazione ad un

altro è convolto nella co-creazione di un sistema, che si muove secondo meccanismi intersoggettivi.

Dall’intersoggettività duale, si può aprire l’analisi all’intersoggettività all’interno di un gruppo, i cui

passaggi evolutivi ricalcano quelli di un individuo e di una coppia. Un’ultima riflessione è dedicata

all’evoluzione sociale del tema dell’interdipendenza. Uno spunto su cui continuare a riflettere per

possibili approfondimenti sull’etica della professione che, non a caso, in psicoterapia della Gestalt si

sovrappone all’estetica.

Il senso del bello, del piacevole, rimane per noi un punto focale in una riflessione sulla dipendenza,

che non si fermi ai meccanismi che la caratterizzano, ma che osservi il significato evolutivo della

stessa.

Potremmo dire che questo testo si sorregge sui tre pilastri della Relazione, della Dipendenza e

dell’Intersoggettività. Su questi si costruisce l’evoluzione verso l’Interdipendenza, concetto ancora

poco comune e poco utilizzato anche in ambito clinico, che tuttavia rappresenta il traguardo,

l’obiettivo di un viaggio di consapevolezza verso l’autonomia.